
Responsabile Prof. Rossella Nappi Università degli Studi di Pavia
Ambulatorio di Endocrinologia Ginecologica e della Menopausa IRCCS Policlinico San Matteo. Membro del Consiglio Direttivo della Società Internazionale della Menopausa – www.imsociety.org
SESSUALITA' E MENOPAUSA
Un “patrimonio” da preservare La menopausa è la stagione in cui si mantiene la sessualità della coppia di “vecchia data”. E’ il periodo in cui la propria femminilità deve essere ristrutturata, vivendo l’emozione di essere…finalmente una donna nuova!
Conoscenza del cambiamento correlato alla “tempesta” ormonale che segna la fine della vita fertile, salvaguardia dello stato di salute generale e scelte preventive sono i punti chiave del dialogo con il ginecologo per una sessualità soddisfacente e consapevole.
La Sessualità esprime l’Io Donna
La sessualità è unica per ogni donna nel contesto sociale e culturale del ciclo di vita.
Si esprime nella relazione con il partner ed è il risultato di un complesso intreccio di fattori biologici (età, ormoni, stato di salute) e psicologici (umore, immagine corporea, autostima), modulati dall’educazione e dalle esperienze personali. La risposta sessuale femminile comprende tre fasi: il desiderio, l’eccitazione e l’orgasmo. Corpo e mente agiscono sulla sessualità, mettendo in moto ormoni, vasi, muscoli e nervi, per rispondere ad un impulso fisico, oltre che all’emozione dell’intimità e al senso di legame con il partner. Il desiderio parte dal cervello, grazie ad uno stato chimico favorevole regolato dagli ormoni sessuali (estrogeni, androgeni), mentre l’eccitazione si percepisce a livello corporeo (pelle, mammelle) e genitale (vagina, clitoride) e dipende dal senso di benessere. L’orgasmo è il momento finale del piacere sessuale, fisico e mentale, e può variare da donna a donna. L’intesa con il partner ha un ruolo importante nel determinare la soddisfazione sessuale. In ogni fase della vita della donna, è possibile provare dei sintomi sessuali (diminuzione del desiderio sessuale, dolore nel rapporto sessuale, deficit di lubrificazione, assenza di orgasmo).
In menopausa, è molto comune la riduzione del desiderio sessuale per cause ormonali. Circa la metà delle donne riportano secchezza vaginale ed, eventualmente dolore sessuale. Così è’ più difficile provare l’orgasmo e la soddisfazione di coppia ne risente, tanto da causare possibili sintomi sessuali anche nel partner. E’ importante parlarne con il ginecologo per chiarire dubbi ed incertezze e trovare insieme il modo per favorire la salute sessuale.
La “Tempesta” Ormonale” della Menopausa
La menopausa è la data dell’ultima mestruazione, ma in realtà è un termine che definisce un periodo (climaterio) di profondo cambiamento dell’assetto ormonale della donna, che può durare anche alcuni anni e si accompagna, generalmente, a irregolarità del ciclo mestruale.
Generalmente l’età della menopausa è intorno ai 50 anni, ma può verificarsi anche prima, a seguito di una predisposizione genetica o di interventi chirurgici per patologie benigne o maligne.
La donna in età menopausale affronta una vera e propria “tempesta” ormonale e la vulnerabilità al cambiamento dipende da fattori sia biologici (sensibilità individuale alla deprivazione estrogenica ed anche androgenica) che psicologici e relazionali.
La sindrome climaterica è, pertanto, polimorfa ed i sintomi (neurovegetativi, distrofici, dolorosi, ecc) sono molto variabili, così come la predisposizione a condizioni patologiche sul versante uro-genitale, osteo-articolare, cardio-vascolare, metabolico ed affettivo cognitivo. Generalmente, nella menopausa chirurgica con rimozione delle ovaie e nella menopausa prematura, la sintomatologia è più severa perché si verifica prima del previsto ed in modo molto rapido.
Tra i sintomi distrofici, legati anche in parte all’età, l’atrofia vaginale è il più importante di tutti nel condizionare l’insorgenza di sintomi sessuali che interferiscono con la qualità di vita della donna e con il benessere sessuale della coppia. La progressiva involuzione degli organi genitali (vagina, clitoride, grandi e piccole labbra) li rende fragili e secchi, privi di elasticità e maggiormente suscettibili alle infezioni, anche del sistema urinario, con possibile comparsa di disturbi come cistiti, perdita di urina, frequenza urinaria, ecc. Anche il cambiamento della forma corporea con tendenza all’accumulo di massa grassa a livello della cintura (silhouette “a mela”) e le difficoltà a perdere peso influenzano l’ideale estetico della donna in menopausa e richiedono un adattamento dello stile di vita.
Il diminuito senso di benessere mentale, legato fondamentalmente alla severità delle vampate di calore, può poi comportare ridotta tolleranza allo stress e difficoltà nelle relazioni familiari e sociali, fino a stati di depressione vera e propria che interferiscono con la capacità di dare e ricevere piacere durante l'attività sessuale e con la qualità della vita in senso generale.
Nel caso di sintomi severi della menopausa, anche sul versante sessuale, meglio discuterne con il ginecologo.
Salute Generale
L’allungamento della durata media della vita della donna impone la necessità di preservare la salute fisica e mentale, inclusa quella sessuale, e di arricchire ulteriormente di contenuti affettivi e cognitivi la relazione di coppia, al di là dell’atto sessuale, soprattutto se il legame è di lunga durata e se il partner presenta, a sua volta, problemi di salute e/o disfunzioni sessuali.
La donna in età menopausale può presentare una serie di condizioni cliniche acute e/o croniche con un profondo impatto sulla risposta sessuale, sia di tipo primario, cioè correlato alla diagnosi stessa di malattia come causa di alterazione della funzione sessuale, sia di tipo secondario, cioè legato alle conseguenze della patologia sulla funzione sessuale (effetti collaterali, chirurgia, farmaci) sia di tipo terziario, cioè dipendenti dalle conseguenze sulla propria femminilità (immagine di sé, autostima, calo dell’umore) e sulla relazione (intensa di coppia, contesto familiare e sociale), tanto maggiore in dipendenza dalla presenza di un partner, dal grado e tipo di educazione e dalle esperienze precedenti.
Tra le condizioni cliniche più frequenti si riconoscono
il tumore della mammella,
la chirurgia addomino-pelvica/vulvo-vaginale,
l’incontinenza urinaria,
le patologie cardio-metaboliche,
i disturbi del tono dell’umore.
Il tumore della mammella, in particolare, e il conseguente intervento chirurgico inducono sintomi sessuali in relazione al vissuto fisico di alterata funzione e di deturpazione, alla depressione reattiva alla malattia che colpisce l'organo più di ogni altro simbolo della femminilità e della relazione di coppia, oltre che agli effetti distrofici della chemio- e radioterapia.
Molte donne operate di tumore della mammella riportano riduzione del desiderio sessuale, secchezza vaginale, ridotta lubrificazione e dolore sessuale, soprattutto se in trattamento chemioterapico o anche in seguito ad esso, in particolare quando la menopausa che, generalmente ne consegue, insorge prematuramente e non può essere in alcun modo trattata sul versante della carenza ormonale.
Interventi chirurgici conservativi e plastiche ricostruttive nell'immediatezza della mastectomia sembrano giocare un ruolo importante nel mantenimento della funzione sessuale migliorando l'autostima, il senso di femminilità e la soddisfazione nella coppia.
La chirurgia pelvica per patologie benigne, infine, è estremamente frequente e l’isterectomia che riguarda circa un terzo delle donne dopo i 60 anni, sembra migliorare la qualità della vita e non influenza negativamente la sessualità, indipendentemente dalla tecnica operatoria.
E’ opportuno discutere con il ginecologo la presenza di sintomi sessuali, anche se la loro importanza diventa evidente soltanto a distanza di tempo da una esperienza di malattia.
Scelte Preventive
La menopausa non è una malattia e, dunque, la donna deve, ove possibile, cercare di superarla con serenità, vivendola come un momento di cambiamento, ma soprattutto come una “occasione d’oro” sul versante della prevenzione.
Innanzitutto, è importante riconsiderare lo stile di vita, soprattutto sul versante dell’alimentazione, dell’abitudine al fumo, del consumo di alcoolici e caffeina, dell’attività fisica e dei ritmi lavorativi, valutando l’utilizzo di supplementi/integratori in base alle personali esigenze per far fronte alla sintomatologia menopausale di grado lieve.
Inoltre, è opportuno eseguire regolari controlli (visita ginecologica, paptest, ecografia pelvica, mammografia, ecc), stimolando anche il partner a fare altrettanto. Nel caso di sintomi menopausali severi, anche sul versante della sessualità, è opportuno considerare l’uso di una terapia ormonale sostitutiva (TOS), dal momento che è l’unica terapia veramente efficace nella cura della sindrome climaterica, nella prevenzione dell’osteoporosi che può manifestarsi manifesta nei primi 10 anni dopo la menopausa ed, in generale, nel mantenimento di un buon equilibrio psico-fisico.
Sono disponibili molte TOS (a base di molecole ad azione estrogenica cui vengono aggiunti i progestinici per proteggere l’utero) per una personalizzazione della terapia, in termini di molecole, vie di somministrazione e dosaggi, che deve avvenire sulla base della storia clinica e degli eventuali fattori di rischio. Se scelta accuratamente nei tempi e nei modi giusti, cioè nel periodo iniziale della menopausa, il rapporto rischio-beneficio della TOS è assolutamente favorevole, almeno per i primi 5-7 anni.
La presenza di sintomi severi sul versante sessuale orienta verso terapie con estrogeni locali (compresse, ovuli, creme, gel vaginali) per migliorare i segni dell’atrofia vaginale, oppure verso l’utilizzo di basse dosi di androgeni (soprattutto nella menopausa chirurgica) o di molecole con azione sia estro-progestinica che androgenica per migliorare desiderio sessuale e percezione orgasmica.
Nelle donne che presentano controindicazioni assolute alla TOS, è importante mettere in atto tutte le misure comportamentali possibili per far fronte ai sintomi e alle patologie menopausali, mentre sul versante dell’atrofia vaginale l’uso di preparati idratanti, elasticizzanti e lubrificanti è certamente indicato.
Nel caso di sintomi climaterici severi e di problemi sessuali correlati alla menopausa, meglio discuterne con il ginecologo per identificare la preparazione ormonale più adeguata o per mettere in atto altre strategie terapeutiche possibili.
10 Domande frequenti di Salute Sessuale nella Menopausa.
Interrogarsi sulla propria sessualità nell’età menopausale può contribuire a mettere a fuoco eventuali fattori biologici, psicologici e relazionali che influenzano la possibile insorgenza di sintomi sessuali. Comunicare, ove possibile, i propri bisogni e gli eventuali sintomi al partner è fondamentale per una reale relazione di scambio. Anche in assenza di un partner, è opportuno riflettere su alcuni dei seguenti aspetti che contribuiscono al benessere psico-fisico e sessuale di donna. Le 10 domande più frequenti di salute sessuale che si possono rivolgere al ginecologo sono:
Vorrei capire perché…
1. Durante il rapporto sessuale provo dolore?
2. Da quando mi hanno tolto le ovaie il mio desiderio sessuale è diminuito?
3. Durante la stimolazione sessuale non provo più l’orgasmo?
4. Da quando non ho più il ciclo la mia lubrificazione è diminuita?
5. L’uso del lubrificante non risolve il bruciore durante il rapporto sessuale?
6. L’idea del rapporto sessuale completo mi mette in uno stato d’ansia?
7.Da quando sono stata operata al seno non ho più voglia dei rapporti sessuali?
8. Il pensiero di iniziare ad avere rapporti sessuali non mi interessa?
9. Dopo il rapporto sessuale mi viene sempre la cistite?
10. Da quando sono in menopausa il mio partner perde l’erezione?
Parlane al tuo ginecologo
Il ginecologo è certamente il medico dell’intimità al quale la donna in età menopausale può rivolgere, senza imbarazzo, una richiesta di aiuto sul versante della sessualità.
Poche domande, relative al benessere generale, alla funzione sessuale e alla relazione di coppia, possono aiutare a chiarire dubbi e incertezze e ad educare la donna in menopausa sul differente cambiamento della risposta sessuale legato all’età tra donna e uomo, oltre che a trovare insieme al ginecologo la soluzione più adeguata.
A volte bastano la rassicurazione e semplici consigli, altre volte è necessario un percorso diagnostico e terapeutico più lungo per comprendere le cause ed identificare la cura dei sintomi sessuali. Tenere in equilibrio lo stato ormonale e proteggere la salute genitale, migliorando nello stesso tempo la comprensione da parte della donna in menopausa di come può modificarsi la funzione sessuale in relazione allo stato di salute generale nella dinamica affettiva della coppia, costituiscono la strategia migliore che il ginecologo può mettere in atto per prevenire l’insorgenza di sintomi sessuali che, se non adeguatamente risolti nell’età menopausale, possono interferire con il senso della relazione con il partner durante gli anni della senescenza.
Testo a cura di: Professoressa Rossella Nappi
Professore Associato di Clinica Ostetrica e Ginecologica all’Università degli Studi di Pavia.
Svolge la sua attività di ginecologa, endocrinologa e sessuologa presso il Centro di Ricerca per la Procreazione Medicalmente Assistita e l’Ambulatorio di Endocrinologia Ginecologica e della Menopausa,
Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’IRCCS Fondazione San Matteo di Pavia.
La menopausa è un periodo di cambiamento che è unico nella vita di ogni donna. L’ultima mestruazione segna il termine della vita fertile e apre una nuova stagione in cui il profondo cambiamento ormonale, soprattutto la carenza degli estrogeni prodotti dall’ovaio, può predisporre ad una serie di sintomi e di fattori di rischio capaci di interferire con la qualità del vivere e l’insorgenza di alcune patologie, quali per esempio osteoporosi, ipertensione arteriosa, diabete. Molto si può fare per trasformare un momento di fragilità biologica e psicologica in “un’occasione d’oro” per porre le basi di un invecchiamento di successo. In alcuni casi, la terapia ormonale sostitutiva (TOS) può essere davvero utile, ma è necessario confrontarsi con il ginecologo per scegliere quella più adatta al proprio profilo medico personale.
Fortunatamente molte donne attraversano la stagione della menopausa in modo sereno e soltanto il 20-25% di loro riporta sintomi severi, quali vampate di calore, sudorazioni diurne e notturne, insonnia, ansia, depressione, irritabilità, scarsa concentrazione, calo del desiderio sessuale, dolori osteoarticolari, sintomi genito-urinari, quali bruciore, secchezza vaginale, dolore nel rapporto sessuale, incontinenza, cistiti, ecc. Le irregolarità mestruali che si accompagnano alla perimenopausa possono iniziare molti anni prima (premenopausa) e coincidere con la riduzione della fertilità (circa 5-7 anni prima della menopausa), o comparire d’un tratto, subito prima dell’ultima mestruazione (menopausa), cioè in corrispondenza dell’inizio ufficiale della postmenopausa.
La menopausa precoce, prima dei 40 anni, è rilevante e nel nostro Paese interessa circa il 2-3% delle donne, accompagnandosi a sintomi spesso più severi perché prematuri nel percorso vitale della donna. Anche la menopausa chirurgica è frequente (circa il 10% delle donne), ma sempre più spesso le ovaie vengono conservate, se le condizioni cliniche della donna lo consentono, e soltanto l’utero viene rimosso (isterectomia). L’ovariectomia si associa ad un maggior rischio di osteoporosi, deterioramento cognitivo, depressione e disfunzioni sessuali e necessita di un approccio mirato.
Ogni donna ha la “sua” menopausa in dipendenza da una serie di fattori che determinano la sensibilità alla carenza degli ormoni femminili (estrogeni) e anche maschili (androgeni) da parte di tutti gli organi e apparati, dal cervello al cuore, dall’osso alla pelle, dalla vagina alla mammella. Sono proprio le donne che riportano sintomi severi quelle che possono avere conseguenze a lungo termine soprattutto sul versante cardio-vascolare (aumento del colesterolo cattivo, aumento dei trigliceridi e del rischio di diabete, ipertensione arteriosa, ecc.), perché sono le più vulnerabili alla mancanza dello scudo protettivo biologico degli ormoni della riproduzione.
La TOS in questi casi ha un profilo rischio-beneficio assolutamente favorevole, a patto che venga usata davvero in senso preventivo, cioè all’età della menopausa e non quando è trascorso troppo tempo dall’epoca dell’ultima mestruazione. Lo stesso è vero per quelle donne che sono fortemente a rischio di frattura perche’ già osteopeniche/osteoporotiche al momento della menopausa, anche a causa di altri fattori di rischio (familiarità, intolleranza al lattosio, eccessiva magrezza, uso di farmaci, ecc). La TOS (estrogeni/progestinici, tibolone) è, infatti, indicata nella prevenzione dell’osteoporosi menopausale ed è particolarmente efficace nei primi 10 anni, cioè quando la perdita di massa ossea dipende fortemente anche dalla carenza degli estrogeni. La TOS dovrebbe essere iniziata nella cosiddetta finestra delle opportunità (entro circa 5 anni dalla menopausa) e può essere proseguita per il tempo necessario a migliorare i sintomi e la qualità della vita e a prevenire i maggiori rischi associati con la menopausa, soprattutto se prematura.